Se dovessi fare nuovamente tutto daccapo, il mio primo passo sarebbe proprio questo.
All’inizio della mia carriera nel mondo editoriale temevo moltissimo sentire al telefono persone di un certo tipo (personaggi pubblici, atleti di un certo livello, politici – anche solo il Sindaco del paesello di turno).
Esistevano i cellulari ma il credito costava molto, oltre i 3 minuti non conveniva più (pazzesco eh?) quindi, normalmente, si usava tantissimo chiamare al fisso. Le interviste, quando non di persona, si facevano esclusivamente al fisso.
Era già lussuoso possedere un cordless, io ero fortunato, in casa lo avevamo, lo portavo in camera, mi mettevo comodo, lo guardavo per minuti. Agli inizi iniziavo a guardare il Panasonic, magari digitavo il numero e poi non chiamavo mai, o ci mettevo un pomeriggio intero per farlo.
Nel mezzo del pomeriggio studiavo e mangiavo, guardavo la TV, mettevo su un CD, ristudiavo o facevo altre cose da tardo adolescente dei primi anni 2000.
Quando finalmente, in un momento di poca lucidità, arrivava il coraggio di chiamare, partivano i trilli, e il più delle volte la persona non rispondeva, perché (inconsciamente o meno) avevo scelto proprio un momento sbagliato della giornata per chiamare, ma perfetto per non trovare nessuno.
Il caposervizio chiamava l’indomani presto: hai sentito Tizio? Ehm no, ho chiamato ieri pomeriggio ma non ha risposto (verità in effetti inattaccabile).
Dai, chi non è stato, per almeno qualche anno, un bellissimo principiante?
A distanza di 20 anni, molte cose sono cambiate: oltre ad essere un individuo diverso e credo forse migliorato, anche le abitudini degli esseri umani, la loro comunicazione ed i nostri comportamenti si sono evoluti in maniera sferzante.
Necessito una conversazione, chiedo a Siri di chiamare una persona e più o meno ho l’aspettativa di trovare risposta immediatamente. Nel mondo del lavoro, in Veneto, è così.
E poi dai, siamo tutti col telefono in mano, suvvia!
In questo bellissimo sport di decine di chiamate al giorno, mi meraviglio oltremodo di un paradosso: di fronte alle mie chiamate, i riceventi si spartiscono – in maniera incredibilmente controintuitiva – in due grandi gruppi: gli esperti ed i principianti.
Questa scoperta mi meraviglia e si convalida giorno dopo giorno, a tal punto che qualcuno prima o poi gli darà un nome figo. Ci provo io: “il tempismo del debuttante”, o in inglese, “the rookie timing”.
Fate una prova voi stessi. A me succede SEMPRE. Da una parte, se chiamo un certo tipo di persona, un imprenditore, un manager, un collaboratore con grande esperienza, o un professionista impegnato su mille progetti, queste persone rispondono IMMEDIATAMENTE.
Se i bravi ragazzi sono nel bel mezzo di qualcosa di importante, rispondono comunque, mi fanno sapere di essere occupati al telefono, con una bella voce gentile, poi terminano il loro impegno e appena possibile mi richiamano SEMPRE.
Ed è grazie all’osmosi di stare a contatto con queste persone da tanti anni(e al tempo che passa, tradotto: esperienza che si accumula) che se mi chiami, il 100% delle volte, ti rispondo, o ti richiamo davvero nel giro di breve. Fai una prova.
Ma torniamo a quando abbiamo spartito le acque, chi troviamo dall’altra parte, sempre controintuitivamente? Chi ha un sacco di tempo.
È molto controintuitivo no? Una persona già molto impegnata, che deve gestire mille impegni di alto livello ed è richiesta su mille fronti, si fa sempre trovare disponibile; l’altra, invece… E’ sempre “occupata”
Ecco chi sono, solitamente: persone molto giovani, collaboratori agli inizi che seguono solo un progettino o poco più ed il resto del giorno giocano, o professionisti “in discesa”, che hanno pochi lavori da seguire e sono sempre in cerca di cose nuove per le quali poi non si dimostrano all’altezza…
Loro sono personaggi immarcabili. Immarcabili come Romario al mondiale del ’94, quando, contro la Svezia, riesce a prendere in controtempo due reparti di vichinghi con un solo colpo di punta.
Il paradosso è che gli immarcabili hanno tutto il tempo dalla loro parte, e fanno il meglio che possono per perderlo; non si fanno trovare, richiamano quando vogliono, sono impegnatissimi nella loro disorganizzazione organizzata. Ed hanno l’agenda sempre nell’altra stanza.
Ecco il me stesso principiante di 20 anni fa.
Avevo tanto tempo a disposizione. E vi risparmio la retorica sull’umiltà oggi vs umiltà ieri.
Se tornassi agli inizi, inizierei facendomi trovare al telefono un po’ di più.